“Aperto 88”
Testo critico di Giovanni Carandente
catalogo Biennale di Venezia
Anno 1988

(…) Gianni Asdrubali oggettivizza lo spazio sulla tela con un intreccio segnico elegante e raffinato e pur tuttavia alieno da ogni riflessione decorativa. La sua pittura è data in un alternativa irrorata di tensione e energia, donde l'immagine può essere colta in positivo o in negativo. Rievoca sulla tela dipinta, in un certo senso, il fenomeno, che è della scultura, dei pieni e dei vuoti. E a volte, discostandosi dal codice del quadro, adopera parallelepipedi dipinti, oggetti tridimensionali sospesi tra astrazione dell'immagine e forma, entrambe conviventi in una multipla potenzialità.

Giovanni Carandente